Genealogia del cognome Avesani

Genealogia del cognome Avesani. Deriva da un soprannome che indicava il luogo di provenienza, significa “abitante, oriundo di Avesa”.

Avesa è una frazione della città di Verona ed è situata a nord di quest’ultima. Fu comune autonomo fino al 1927. Attualmente fa parte della Circoscrizione 2 Nord Ovest del Comune di Verona.

Comunque l’origine della famiglia Avesani è da Torino. Il cognome nascerà per la residenza della famiglia ad Avesa.

Praticamente questa antica famiglia trae la sua origine dal capostipite PIETRO, condottiero d’armi (1306). Per tal causa questa famiglia ritenuta nobile e confermata come tale dall’imperatore Carlo IV con diploma dato a Lucca 8 marzo 1369 e dall’imperatore Sigismondo con diploma dato a Piacenza il 16 marzo 1432 a favore di Francesco e di Teodoro e loro discendenti.

FRANCESCO Sigismondo nel 1690 nominato podestà di Trento durante la vacanza in quel principato.

Gli Avesani, sotto la Repubblica Veneta sostennero distinte cariche militari, civili ed ecclesiastiche.

Segnalandosi fra molti IGNAZIO, tenente colonnello degli ingegneri, che prima della caduta della Repubblica copriva la carica di maggiore della provincia di Verona, destinato a trattare con i comandanti delle potenze belligeranti.

Per cui dal Senato veneto ha coniato una medaglia d’oro in memoria dei suoi utili servizi (Schroder).

MARINO, SAVERIO, GIOVANNI FRANCESCO e GUIDO figli d’Ignazio ebbero la conferma della nobiltà con S.R.A. il 20 novembre 1825. L’imperatore d’Austria Ferdinando I con diploma 28 aprile 1843, elevò alla carica di barone del I.A. i suddetti fratelli coi loro discendenti d’ambo i sessi.

Nell’Elenco ufficiale è iscritta col titolo di nobile e baronessa del I.A. GIOVANNA, nata nel 1862, da Ignazio e da Caterina Pezzi.

Analisi dello stemma

Ricerche sul cognome Avesani

Da una analisi cromatica dello stemma, possiamo, infine, ricavare alcune importanti informazioni sulle virtù associate a tal cognome. L’azzurro essendo il colore del cielo, simboleggia tutte le virtù più elevate e, tra quelle spirituali, devozione, fedeltà, castità, giustizia, santità. Per le qualità mondane simboleggia bellezza, nobiltà, fortezza, fermezza incorruttibile, vigilanza, vittoria, perseveranza, ricchezza, amore per la patria, buon augurio, fama gloriosa. Il rosso per le virtù spirituali simboleggia verecondia, amore ardente verso Dio, il prossimo e la giustizia. Per le qualità mondane è simbolo di nobiltà cospicua, dominio, vendetta, audacia, coraggio, valore, spargimento di sangue in guerra, fortezza, magnanimità, desiderio ardente. L’argento, simbolo della Luna, tra le virtù spirituali è simbolo di purezza, verginità, innocenza, umiltà, verità.


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